A Napoli servizi on line per le adozioni: bilancio dei primi due anni di attività e nuove sfide

1 dicembre 2014 - A due anni dalla conclusione del Progetto "Diffusione delle Best Practices" (DBP) presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, abbiamo re- intervistato il Presidente Gustavo Sergio che ha tratto un bilancio dell'esperienza realizzata e ci ha raccontato i miglioramenti apportati in corso d’opera nonché le nuove “sfide” fissate dal suo ufficio

Nell’ambito del cantiere d’innovazione del progetto interregionale-transnazionale Diffusione di best practices presso gli Uffici Giudiziari Italiani, attivato nel maggio del 2011, il Tribunale per i Minorenni di Napoli ha maturato un’esperienza di notevole rilievo riguardante i procedimenti per le adozioni e sviluppato ed implementato un sistema informativo di supporto per la gestione delle adozioni, con significativi risultati in termini di snellimento dei processi. L’Ufficio giudiziario è stato il primo ad avvalersi di un software specificamente dedicato, e costruito ad hoc, alla gestione on line dei procedimenti per le adozioni, denominato “applicativo adozioni”.

Presidente, due anni fa ci ha presentato i servizi on line per le adozioni attivati dal suo ufficio. Come è andata la vostra esperienza e quali sviluppi del servizio ci sono stati?

Il servizio on line per le adozioni, che abbiamo istituito nell’aprile del 2012 era inizialmente dedicato esclusivamente alle domande di adozione nazionale. Da allora abbiamo registrato i seguenti numeri di presentazione delle domande: 763 nel 2012; 731 nel 2013; numeri che si confermano nel primo semestre 2014 con 341 istanze finora pervenute. Di queste il 98% delle domande avanzate è stata presentata on line e questo fatto ci ha confermato il gradimento dell’utenza, che ormai nella quasi totalità utilizza la procedura informatica.

Per quanto, invece, concerne i miglioramenti apportati per la presentazione della domanda di adozione, un primo ha riguardato l’estensione, nel maggio del 2013, anche a quelle internazionali. Al momento l’evoluzione più importante di questo servizio la stiamo realizzando proprio sulla parte “internazionale”.

Sono state riscontrate in fase di implementazione del servizio adozioni, ed emersi con la procedura on line, delle criticità? Se sì, quali?

L’analisi del processo di lavoro del “servizio adozioni” ci ha permesso di costatare il sostanziale rispetto dei tempi previsti dal legislatore. Abbiamo, tuttavia, riscontrato una criticità in particolare per le adozioni internazionali e relativa ai tempi intercorsi tra il deposito del decreto di idoneità all’adozione internazionale in cancelleria ed il rilascio della copia del provvedimento all’utente. Rispetto a questa criticità abbiamo individuato delle specifiche misure organizzative e contiamo presto di superarla. 

Ci sono degli altri miglioramenti che intendete apportare in particolare alla procedura on line delle adozioni?

Stiamo predisponendo un’indagine finalizzata alla rilevazione del gradimento del servizio da parte degli utenti. È in allestimento un questionario da sottoporre al momento della conclusione delle attività e diretto a valutare alcuni aspetti specifici della domanda di adozione.

Il processo di lavoro della domanda di adozione, culmina con l’audizione della coppia stessa e si conclude con l’inserimento delle informazioni acquisite dal Tribunale nella banca dati. I giudici poi consulteranno i dati così archiviati per realizzare l’abbinamento di un bambino adottabile ad una coppia in grado di soddisfare le sue specifiche esigenze. Per quel che riguarda l’adozione internazionale, il servizio adozioni culmina nella pronuncia del decreto di idoneità della coppia all’adozione di un bambino straniero (prevista dall’art. 30 L. n. 184/1983) che deve essere pronunciato entro due mesi successivi all’acquisizione delle informazioni richieste ai servizi socio assistenziali, che dovranno essere a loro volta acquisite entro i quattro mesi successivi alla presentazione della domanda di adozione.

In conclusione i tempi del servizio adozione, anche per una sua valutazione da parte dell’utenza, non comprendono l’abbinamento, un evento solo eventuale comunque riferibile innanzitutto al bambino italiano o straniero abbandonato e adottabile.

In termini di partnership con altre istituzioni del territorio per l’erogazione del servizio adozioni, sono state attivate delle forme di collaborazione?

Sì, in particolare citiamo la partnership con la Regione Campania, che si iscrive sulla scia dei miglioramenti che stiamo apportando alla presentazione delle domande internazionali. Nel maggio 2014 la Regione ha istituito il “Centro Regionale per le Adozioni Internazionali” con il compito di promuovere sul territorio regionale campano la semplificazione delle procedure di adozione e di accelerare i tempi di svolgimento, dando supporto alle coppie nelle diverse fasi del delicato percorso genitoriale, nel rispetto delle diversità e della ricchezza culturale dei bambini da accogliere. In particolare stiamo partecipando al tavolo tecnico proposto dalla Regione e ci stiamo occupando della predisposizione di un nuovo percorso di informazione, formazione/ orientamento e valutazione delle coppie che presentano domande di adozione. Attraverso questo intervento ci attendiamo un miglioramento qualitativo ed una maggiore omogeneità dei servizi forniti dagli operatori socio-sanitari per meglio rispondere alle esigenze del Tribunale e di conseguenza per migliorare la fase di abbinamento di un bambino alla coppia in grado di meglio rispondere ai suoi bisogni (come previsto dall’art. 22 co. 5 della L.184/1983).

Come si è detto l’istituzione del Centro Regionale per le adozioni è recentissima. È in corso l’elaborazione di un protocollo d’intesa che sarà presto presentato in un convegno previsto per il 2015. Nello specifico il protocollo intende razionalizzare i tempi e le forme del percorso adottivo di competenza dei servizi socio- sanitari, culminanti nella relazione da tramettere al Tribunale. Il miglioramento non riguarderà tuttavia solo i tempi, ma anche la qualità dell’azione svolta dai servizi socio- sanitari che sarà conseguita anche attraverso la specializzazione degli operatori dedicati al servizio adozione, scelti tra il numero indifferenziato fino ad oggi formalmente competente, per i quali sarà attivato un processo di formazione permanente che coinvolgerà anche i giudici e i componenti privati del Tribunale.
La riorganizzazione del servizio adozioni del Tribunale per i Minorenni di Napoli potrà considerarsi completa con l’operatività del Centro Regionale per le adozioni prevista per il 2015.

Per ritornare indietro all’esperienza realizzata del Progetto DBP: cosa avete imparato da questa esperienza e continuato ad applicare nel corso di questi due anni?

Il progetto DBP ha introdotto nell’organizzazione degli uffici giudiziari una metodologia nuova, fondata essenzialmente sull’analisi dei dati dell’attività, delle risorse disponibili per realizzarle e basata su evidenze oggettive che ci consentano di perseguire il  miglioramento continuo delle prestazioni dell’ufficio.
La concreta applicazione di tale metodo incontra gravi ostacoli nell’attuale assetto istituzionale della Magistratura sul versante organizzativo. Com’è noto le misure organizzative maturate negli uffici, anche se condivise da tutti i magistrati, per diventare operative devono essere approvate in sede distrettuale dal Consiglio Giudiziario e successivamente a livello nazionale dal Consiglio Superiore della Magistratura. Anche eventuali misure urgenti devono rispettare questa procedura che necessariamente influisce negativamente sulla tempestività delle misure.

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Ultimo aggiornamento:  23/02/2018

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